venerdì 28 ottobre 2011

L'UNIONE SARDA - Cronache : «Rapita nel nuovo Afghanistan»

Nessuna rivendicazione sui media arabi, le tracce verso il Mali.

 
ROMA La zona a sud di Tindouf, in Algeria, è il nuovo Afghanistan. Pericolosissima per gli occidentali, quanto il Sudan e la Somalia dove ieri sono stati sequestrati altri due cooperanti. Ed è lì, nel campo profughi saharawi in pieno deserto al confine con l'ex Sahara Occidentale spagnolo, che sabato notte è stata rapita Rossella Urru, 29 anni di Samugheo, insieme a due colleghi spagnoli. Caricata su un fuoristrada e portata via in direzione della frontiera col Mali. 
 
Secondo l'agenzia francese Afp, che riporta fonti dei servizi segreti del Mali, sarebbero state trovate tracce dei banditi in fuga. TRACCE «Gli ostaggi sono stati rapiti da un gruppo di elementi saharawi insieme a complici di Aqmi (la cellula algerina di al Qaeda)», sostiene la fonte precisando che «al rapimento hanno partecipato uomini vicini al gruppo di Hakim Ould Mohmaed M'Barek». Questo personaggio è un saharawi membro di Aqmi, arrestato a Bamako nel 2008. Nel verbale del suo interrogatorio di polizia, consultato dall'Afp, M'Barek aveva riferito dell'esistenza di «reti di indottrinamento e di reclutamento dell'Aqmi, all'interno dei campi di rifugiati saharawi di Lahmada e di Tindouf». 
 
Una conferma, dunque, che nel luogo dove lavorava Rossella Urru ci fossero infiltrati di al Qaeda pronti a tradire e a vendere gli operatori umanitari. Dal momento dell'allarme è calato il silenzio, mentre l'Unità di crisi della Farnesina ha fatto scattare il piano di emergenza. 
 
«Per ora tutte voci, ma nessuna certezza», afferma il giornalista Hamza Boccolini, esperto dell'area nordafricana e medio orientale: «Sui siti web e sulle tv in lingua araba non è arrivata alcuna rivendicazione. 
 
Il sequestro di tre europei non ha avuto alcun riscontro sui media arabi più importanti con l'eccezione dei giornali algerini che hanno dato ampio spazio anche in prima pagina. Solo Al Arabya ha ripreso la notizia in coda a un tg». L'ESPERTO Hamza Boccolini è uno dei pochi giornalisti italiani che parli perfettamente l'arabo: napoletano, convertito all'Islam da giovanissimo, è stato direttore della moschea di Napoli. Lavora per l'agenzia Adnkronos international col compito di monitorare tutti i giorni le principali tv satellitari e la stampa mediorientale. Autore di saggi e docente all'università L'Orientale di Napoli. Non si stupisce che il sequestro della giovane sarda sia passato sotto silenzio sui media arabi. E anche sui giornali italiani che, dopo il primo giorno, hanno scalato la notizia nelle brevi. In mancanza di informazioni il sequestro di Rossella Urru rischia di venire dimenticato, seguendo il copione degli altri 15 ostaggi italiani in Africa. Tra questi la turista toscana Maria Sandra Mariani, di 53 anni, rapita in Algeria proprio da Al Qaeda otto mesi fa e forse tenuta in una zona del nord del Mali. «Di lei non abbiamo più notizie» sottolinea Boccolini. Un drammatico calvario che fa temere anche per la sorte di Rossella. ALLARME Le uniche informazioni arrivano dai giornali e dai siti algerini. La zona a sud di Tindouf dove da 30 anni sorge il campo di profughi saharawi (120-150 mila persone) è insicura per gli stranieri «perché - sostiene il quotidiano Jazairess - è diventata un nuovo Afghanistan».
 
Questa zona è gestita dal Fronte Polisario, ex guerriglieri che in passato si sono battuti per un Sahara Occidentale ex spagnolo indipendente, ma oggi divisi in diverse fazioni. Boccolini riferisce quanto scrive Jazairess: «I capi del Polisario sono stati tra i primi ad ammettere che dietro il sequestro dei tre cooperanti c'è la mano dei terroristi di al Qaeda nel Maghreb islamico». 
TRAFFICANTI Il pericolo non sono solo i terroristi, ma le bande dei trafficanti di droga e di mercenari Tuareg tornati dalla Libia dopo la fine di Gheddafi. «Ciascuno di questi gruppi - spiega l'esperto napoletano - potrebbe aver messo a segno il triplice rapimento con l'aiuto di saharawi. 
 
Sicuramente conoscevano bene la situazione nel campo ed hanno agito a colpo sicuro senza temere la reazione delle guardie saharawi e di un possibile inseguimento nel deserto», aggiunge. I giornali algerini raccontano che è iniziata subito la caccia ai banditi nel deserto. 
 
«Per seguire le operazioni - scrive il giornale el-Khabar - è arrivato a Tindouf il capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Ahmad Faid Saleh, manifestando la preoccupazione per la presenza di in quell'area di banditi Tuareg provenienti dalla Libia, contrabbandieri e terroristi di al Quaeda». Questa visita, secondo la stampa algerina, dimostra quanto quell'area sia diventata una polveriera. Off limit per gli stranieri. Carlo Figari