venerdì 23 maggio 2008
Cartella sulle reazioni suscitate dalle dichiarazioni di Peter Van Walsum, l'inviato speciale di
Nella cartella che segue, c'è inizialmente un resoconto sulle idee che il sig. Peter Van Walsum ha difeso nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza, del lunedì 21 aprile 2008.
Ci sono d'altra parte le principali reazioni che la sua opinione ha suscitato nei principali membri del Consiglio di sicurezza ed il parere di un esperto della cartella del Sahara. Il Sig. Peter Van Walsum:
L'indipendenza del Sahara non è un'opzione realistica .
L'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara, il sig. Peter Van Walsum, ha dichiarato, lunedì dinanzi al Consiglio di sicurezza, che "l'indipendenza del Sahara occidentale non è un'opzione realistica", che chiama il quindici a raccomandare la prosecuzione dei negoziati considerando la realtà politica e della legalità internazionale.
"Ho sentito la necessità di ribadire questa conclusione che l'indipendenza dell'Sahara occidentale non è un obiettivo realizzabile", poiché sembra, ha detto, che questa conclusione sarebbe stata eclissata durante i negoziati di Manhasset proprio quando questa constatazione, "oggi ancora pertinente, mi trovo all'origine del processo di negoziati in corso".
Fin dalla partenza, ha ricordato l'inviato personale, in un resoconto di cui la MAP ha ottenuto copia, "ho messo l'accento sulla necessità del rispetto della realtà politica parallelamente al rispetto della legalità internazionale", aggiungendo che ciò che importa è di raggiungere un compromesso tra i due concetti. "non accetto l'idea secondo la quale la presa in considerazione della realtà politica costituisce una concessione o una capitolazione", ha proseguito nel corso di queste consultazioni a porte chiuse.
Il segretario generale dell'ONU, il sig. Ban Ki-moon, aveva, si ricorda, invitato, nella sua ultima relazione, le parti da dare prova di realismo e di spirito di compromesso.
D'altra parte ed in un'allusione chiara all'implicazione diretta dell'Algeria nel conflitto del Sahara, il sig. Walsum attribuisce la persistenza del vicolo cieco al fatto che numerosi paesi trovano abbastanza comodo il statu quo poiché "salva loro l'obbligo di fare scelte penose, come prendere parte per l'Algeria o per il Marocco".
La principale ragione per la quale trovo intollerabile lo statuto quo è che è troppo facilmente accettato, non soltanto da spettatori non impegnati dei paesi lontani, ma anche dai partigiani incondizionati del fronte Polisario, che non hanno vissuto nei campi, ma che sono convinti che coloro che vi vivono préfèreraient restarvi indefinitamente anziché optare per una soluzione negoziata al di qua dell'indipendenza totale", ha detto.
Evocando il processo di negoziati, il sig. Walsum ha ricordato che gli ultimi quattro round di negoziati non hanno permesso di avviare veri negoziati e che "il processo si trova nel vicolo cieco nonostante un accordo su un 5$o round", ritenendo che "ciò che occorrono, è un orientamento più chiaro da parte del Consiglio stesso". "se il Consiglio non può fare una scelta, le parti non lo possono neppure", hanno insistito.
Per sbloccare la situazione, il sig. Walsum suggerisce così al Consiglio di sicurezza di chiedere alle parti di ribadire il loro accordo di principio che "nulla sia deciso finché non ci è d'accordo su tutto".
Propone anche che a "titolo provvisorio (ad esempio per sei a nove mesi) di ritirare dall'ordine del giorno dei negoziati le due proposte", di negoziare, questa volta realmente, senza condizioni preliminari, ma "sulla base dell'ipotesi provvisoria che non ci sarà un referendum con l'indipendenza come opzione, e che quindi, l'uscita sarà inevitabilmente al di qua dell'indipendenza totale".
Inoltre, prosegue -il, "il Consiglio potrebbe annunciare la sua intenzione di valutare il processo alla fine di questo periodo di prova". "se, attualmente, (il Consiglio) percepisce i contorni di un'eventuale soluzione politica, può decidere di prolungare il periodo di prova, altrimenti, il statu quo e le posizioni incompatibili delle parti riprenderanno de facto", hanno dice. Nella sua ultima relazione, resa pubblica mercoledì a New York, il sig. Ban Ki-moon ha chiamato le parti in negoziati sul Sahara al realismo ed al compromesso.
Ha così raccomandato al Consiglio di sicurezza, sulla base del quarto round dei negoziati e della valutazione del suo inviato personale, di ribadire l'appello alle parti "di impegnare una fase di negoziati più intensi e che riguarda maggiormente le questioni di fondo" e senza condizioni preliminari.
I quindici dovranno riunirsi di nuovo il 29 aprile corrente per adottare una risoluzione che proroga il mandato del MINURSO. Al termine del 4$o round dei negoziati sul Sahara, in marzo scorso, le parti si sono impegnate a proseguire i loro negoziati a Manhasset ad una data da determinare di comune accordo.
Delegazioni del Marocco, del Polisario, dell'Algeria e della Mauritania hanno preso parte ai quattro round dei negoziati, tenuti sotto l'egida delle Nazioni Unite, conformemente alle risoluzioni 1754 del 30 aprile e 1783 del 31 ottobre 2007 del Consiglio di sicurezza.
Portavoce dell'ONU: "non c'è nessuna contraddizione tra le relazioni" del sig. Ban Ki-moon e del suo inviato personale
"Non c'è nessuna contraddizione tra le relazioni del sig. Ban Ki-moon e del suo inviato personale per Sahara, M.Peter Van Walsum", presentati all'inizio di settimana al Consiglio di sicurezza, ha ribadito, mercoledì, il portavoce del segretario generale dell'ONU, la signora Michèle montò.
Il Sig. Walsum, "dispone di un margine di manovra, come facilitateur, per potere dirigere i negoziati" sul Sahara, ha nuovamente ribadito Michèle montasti, ricordando che "ciò fa parte del suo mandato".
Alla questione intesa ad accertare se il segretario generale dell'ONU, il sig. Ban ki-moon non condividesse il punto di vista del suo inviato personale che giudica "non realistico" ed "irrealizzabile" l'opzione dell'indipendenza per il Sahara, il portavoce ha risposto: "non ho detto questo".
"Il segretario generale dell'ONU non voleva semplicemente interferire e dare un'opinione sui negoziati in corso, ha lasciato questo compito al facilitateur, il suo inviato personale per Sahara, il Sig. Van Walsum", ha spiegato.
Quest'opinioni, non si può più chiari del portavoce del sig. Ban ki-moon, porta un altra smentita cinglant alle allegazioni diffondate dall'ambasciatore sud-africano all'ONU, Dumisani Kumalo, che pretende soltanto egli esiste una "contraddizione" tra i sigg. Ban ki-moon ed il suo inviato personale, che supera così le sue attribuzioni del presidente del Consiglio per il mese in corso.
Reagendo alle dichiarazioni del diplomatico sud-africano, il portavoce del segretario generale aveva già affermato martedì che M.Van Walsum è autorizzato nella sua qualità di facilitateur dei negoziati sul Sahara, a presentare al Consiglio di sicurezza le sue conclusioni e proposte per fare uscire questa cartella del vicolo cieco.
I rappresentanti degli Stati Uniti e del Regno Unito, si ricorda, hanno salutato il lavoro compiuto dal Sig. Van Walsum, affermando che le sue idee e proposte "meritano di essere seriamente prese in considerazione".
L'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per Sahara, che interveniva lunedì dinanzi al Consiglio di sicurezza, aveva affermato che "l'indipendenza dell'Sahara occidentale non è un'opzione realistica".
Inoltre ha chiamato il quindici a raccomandare la prosecuzione dei negoziati considerando la realtà politica e della legalità internazionale, che si aggiunge così all'appello del segretario generale che raccomanda realismo e spirito di compromesso di regolare questa vertenza regionale.
D'altra parte, ed in un'allusione chiara all'implicazione diretta dell'Algeria nel conflitto artificiale sul Sahara, il sig. Walsum ha attribuito la persistenza del vicolo cieco al fatto che numerosi stati trovano abbastanza comodo il statu quo poiché "salva loro l'obbligo di fare scelte penose, come prendere parte per l'Algeria o per il Marocco".
"La principale ragione per la quale trovo intollerabile il statu quo è che è troppo facilmente accettato, non soltanto da spettatori non impegnati dei paesi lontani, ma anche dai partigiani incondizionati del fronte Polisario, che non hanno vissuto nei campi, ma che sono convinti che coloro che vi vivono priferirebbero restarvi indefinitamente anziché optare per una soluzione negoziata al di qua dell'indipendenza totale", aveva detto.
Esperto: "Peter Van Walsum è arrivato ad una conclusione coraggiosa e lucida"
Il direttore dell'osservatorio di studi geopolitici (OEG), Charles Saint-Prot, ha sottolineato martedì la chiarezza ed il coraggio delle opinioni espresse, lunedì dinanzi al Consiglio di sicurezza, dall'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara, il sig. Peter Van Walsum.
"Peter Van Walsum, che ha acquisito una grande competenza in questa cartella, ha succeduto ad una conclusione coraggiosa e lucido a sapere che l'indipendenza del Sahara non è un'opzione realistica", ha dichiarato il sig. Saint-Prot in un'intervista alla MAP.
"In base a questa conclusione che è innegabile, è chiaro che una soluzione definitiva alla questione passa per il progetto d'autonomia proposto dal Marocco", ha affermato, aggiungendo che questa iniziativa è il "solo quadro di negoziato possibile e è la sola soluzione realistica".
Per Charles Saint-Prot, "sappiamo molto bene che questa crisi è un affare che oppone l'Algeria al Marocco."
Essendo Polisario soltanto un'onda sviluppo dell'Algeria in questa storia ".
" Secondo il direttore di quest'osservatorio, con sede a Parigi, "è tempo che la Comunità internazionale dia prova di coraggio e dica" quella basta ".
" Libera froisser all'Algeria la cui posizione è erronea su quest'affare ", ha detto."
"Occorre che le autorità algerine abbiano il coraggio di ammettere che la loro posizione è diventata obsoleta, che quest'affare è superato e che la strategia degli anni 70 non è più oggi valido", ha insistito M.Saint-Prot.
Per quest'esperto, "si tratta per l'Algeria come per gli altri paesi del Magreb di andare verso il progresso e verso più integrazione economica per rispondere alle sfide del mondo moderno e non appendersi a cose che non hanno più nessun senso".
Chiamando l'Algeria a fare il suo "aggiornamento ideologico", ha sottolineato che le autorità algerine devono avere il "coraggio di rivedere la loro strategia che non deve essere più quella di opporsi al Marocco ma cooperare" con lui.
Rilevando l'urgenza di uscire dal vicolo cieco attuale, Charles Saint-Prot ha fatto osservare "quanto questo vicolo cieco è pericoloso e nocivo per la stabilità e la sicurezza della regione, e per la costruzione di un grande Magreb che è una necessità all'ora della mondializzazione".
"È tempo di mettere un termine a quest'affare che soltanto è troppo durato." Il Marocco ha diritti storici e giuridici sul Sahara. Sono fatti ed il resto è soltanto manipolazione ", ha fatto valere."
Per il direttore del OEG, "si è fatto + montare la salsa + attorno alla questione oltre a qualsiasi misura." Una soluzione nel quadro del rispetto dei diritti del Marocco è il solo possibile "."
"Non lo dimentichiamo:" è il Marocco che è stato attaccato e danneggiato. Non invertiamo i ruoli ", abbiamo detto, prima di aggiungere che la guerra fredda è" un'epoca ben passata "."
"Le autorità algerine devono avere il coraggio di riconoscere questa realtà." C'è nulla di imbarazzato a riconoscere non soltanto soltanto tutto quest'affare è un'aberrazione ma che è soprattutto tempo di girare la pagina.
L'Algeria avrà tutto a guadagnare ", ha ritenuto Charles Saint-Prot, che sarà l'ospite mercoledì dell'istituto marocchino delle relazioni internazionali per animare una conferenza sul Sahara."
Piccolo buongiorno: Chronique de Khalil Hachimi Idrissi
Peter Van Walsum ha appena stampato alla vulgate onusienne sul Sahara una vera svolta storica.
Il paradigma: autodeterminazione uguale indipendenza, ormai, è battuta in breccia da un'idea forte, e condivisa, che è l'autonomia democratica.
Ciò che si diceva in catimini, in tutte le cancellerie serie del mondo, è stata appena formulata in modo esplicito, inequivocabile, da parte di questo diplomatico onorato batavo.
Ha ritenuto che l'indipendenza dell'Sahara occidentale non sia un obiettivo realistico.
Il fatto che le nostre idee siano prosperate dovrebbe incitarli a più responsabilità ed ad ulteriore esigenza morale. Cosa offriamo? Un modello regionale democratico, un'autonomia moderna ed avanzata, per risolvere in modo pacifico un conflitto factice a carattere tribale e territoriale.
Senza, peraltro, che la tribù, o le tribù in questione, ed il territorio contestato non si riadattano storicamente e legittimamente.
È con quest'idea che il Marocco ha fatto mosca. Ma, sola, quest'idea non sarebbe stata credibile senza una posizione nazionale, globale e volontaristico, - anche se sforzi seri rimangono da fare - "francamente" girata verso la democrazia, il pluralismo, i diritti dell'uomo, la libertà d'espressione, lo Stato di diritto, la giustizia di transizione, le notizie Moudawana, i nuovi diritti amazighs, ecc.
si vede bene che è una totalità.
Gli avversari dell'integrità territoriale del Marocco non hanno visto - ed è il loro errore strategico - che la proposta d'autonomia era il prodotto onesto, altrimenti non esisterebbe, di un progetto democratico globale. Ed è questo passo globale che la Comunità internazionale sostiene oggi.
PS: Leggere assolutamente la sterlina eccellente del professore emerita Abderrahmane El Ouali che è stato appena pubblicato sulla questione dell'autonomia all'Sahara.
È semplicemente il testo più erudito, più documentato, e più intelligente sulla questione da 35 anni. È dire.
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